domenica 1 febbraio 2015

"Il Re del Mondo" e "Gli dèi dei Germani"


Se cristianesimo, ebraismo ed islam condividono tra loro una radice comune storicamente comprovata, altrettanto non può dirsi per le religioni d’oriente (buddhismo, induismo, religione vedica, shinto e confucianesimo) e per quelle ormai estinte (il paganesimo greco-romano, il druidismo celtico, la religione egizia e la mitologia norrena). Tuttavia dagli studi di Georges Dumézil (1898-1986) e René Guénon (1886-1951) è possibile trarre alcune conclusioni - paradossali e per questo molto coinvolgenti - sugli aspetti comuni che tutte le religioni fin qui citate presentano. Tra i più singolari evidenziamo il caposaldo di trinità e il concetto di spirito. Nel suo inconsumato "Il Re del Mondo" (1927), basato sulla ricerca di Ferdynand Ossendowski (1876-1945), Guénon individuava in Agarthi, luogo sotterraneo abitato da esseri semidivini, la primigenia sorgente della spiritualità umana. È legittimo pensare che Agarthi abbia dato linfa alla mitologia di Atlantide, quell’isola perfetta in cui regnavano cultura e spiritualità prima che il sentimento umano prendesse il sopravvento, facendola affondare. Altrettanto legittima è la connessione col Monte Olimpo e, più generalmente, con la nostra idea di paradiso. Il paganesimo greco-romano, notoriamente antropomorfo, era pieno di figure divine che esibivano vizi e virtù degli uomini, a cui si aggiungevano poteri soprannaturali che li distinguevano dai mortali: l’assenza della mortalità era però vissuta dagli dei come un dramma perché non consentiva loro di godere appieno dei frutti del mondo terreno. Ad esempio Zeus (Giove), dio degli dei, unito a Era (Giunone), sovente si permetteva delle scappatelle con altre entità, divine o terrene, trasformandosi di volta in volta in spirito e riuscendo così ad oltrepassare gli ostacoli fisici che si frapponevano tra il suo appetito e la relativa sazietà. Immediatamente nasce il confronto tra la gioviana natura incorporea e lo Spirito Santo di matrice cristiana, quello stesso respiro che ingravidò Maria, rappresentante del femminino sacro (come Giunone lo era per la mitologia romana). Sorprendenti sono poi le similitudini tra le religioni abramitiche e quelle orientali. Seppur giunte a due baie della spiritualità tra loro lontanissime, esse convergono proprio nell’aspetto trinitario della divinità: nella religione indù la Trimurti è infatti rappresentata da Brahma, Vishnu e Shiva. Altrettanto sorprendente è la natura divina di Asgard - legittimo credere che sia l’Agarthi di Guénon -, il regno scandinavo dove risiedevano Odino, Thor e Freyr. Proprio da "Gli dèi dei Germani" (1959) di Georges Dumézil è possibile ricavare informazioni utili sulla disputa tra asi e vani, le due famiglie celesti della Scandinavia, con suggestive riproposizioni delle caricature olimpiche od egizie. Nel mondo esistono molte confessioni religiose e la maggior parte delle persone afferma di credere in una qualche entità spirituale superiore; sta di fatto che le religioni del mondo hanno parecchi punti in comune, anche se geograficamente distanti migliaia di chilometri. Questo può condurre a due sole conclusioni: o gli uomini hanno descritto Dio in maniera similare perché Egli esiste realmente, oppure perché decine di secoli or sono c’è stato uno scambio culturale sotterraneo tra le varie etnie del mondo, uno scambio che ancor oggi è quasi impossibile rintracciare. Una cosa è certa: Agarthi è proprio qui, sulla Terra.

René Guénon (1977), Il Re del Mondo, trad. di B. Candian, Adelphi, Milano, pp. 112
Georges Dumézil (1976), Gli dèi dei germani. Saggio sulla formazione della religione scandinava, trad. di B. Candian, Adelphi, Milano, pp. 154


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