mercoledì 2 settembre 2015

"Una storia semplice" e "Ritorno a Baraule"


Due scrittori isolani: uno siciliano, l’altro sardo, uno di chiara fama, l’altro in procinto di affermarsi. Due storie truci, entrambe incentrate su un misfatto, contraddistinte da cervellotiche indagini dall’esito incerto. Leonardo Sciascia (1921-1989) e Salvatore Niffoi (1950), distanti per stile letterario, epoca e provenienza geografica, sono accomunati proprio dall’indole isolana che, per definizione, porta con sé solitudine, diffidenza, senso dell’effimero. È questo l’humus di "Una storia semplice" e "Ritorno a Baraule", due libri che vi terranno incollati alle loro pagine senza darvi tregua ma, qualora decideste di non leggerli tutti d’un fiato, riempiranno i vostri pensieri quotidiani di domande e aneddoti, rendendovi partecipi delle ricerche dei due protagonisti, un brigadiere fedele all’ideale della giustizia e un chirurgo in pensione malato di cancro. In questi due libri, oltre ad orrendi flash d’una civiltà disumana, vengono offerti gli odori della Sicilia e della Sardegna, le tradizioni secolari impantanatesi nella religione cattolica, il mare pescoso e l’arida montagna. In entrambi i racconti sono ormai lontane le reminiscenze di Pirandello e della Deledda: ogni dettaglio ha un aspetto torvo, i personaggi arcigni, la differenza è semmai nel finale. Quello di Sciascia sarà di stampo prettamente poliziesco, con sottili venature di denuncia sociale; quello di Niffoi si perderà in un labile gioco di sogni ed enigmi.

Leonardo Sciascia (1989), Una storia semplice, Adelphi, Milano, pp. 66
Salvatore Niffoi (2007), Ritorno a Baraule, Adelphi, Milano, pp. 199


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