mercoledì 17 giugno 2015

"Una biblioteca della letteratura universale" e "Per una enciclopedia di autori classici"


Moltissimi amanti della lettura, negli attacchi di nostalgia, ripetono l’antico adagio secondo cui librerie e biblioteche hanno ormai vita breve. Colpa dell’ebook, della televisione, di internet, della politica, della scuola ecc. Non c’è più rispetto, dicono, per il libro, per la pagina scritta, per la cultura in generale, assumendo quindi che la cultura sia perlopiù quella stampata su carta. Alla lagna questi provetti bibliofili accompagnano spesso un vezzo, quello di poter contare su un libraio di fiducia che li consiglia, li indirizza e li coccola. Sorvolerò sugli improperi che affermazioni del genere scatenano in me e dirò invece che il mio libraio di fiducia è rappresentato non da un venditore di carta stampata bensì da un editore inimitabile - Adelphi in questo caso - e dagli scrittori stessi, che di libri devono averne letti parecchi e i cui suggerimenti appaiono subito più equilibrati e calibrati rispetto a quelli d’un libraio qualunque. È il caso di Hermann Hesse (1877-1962) - non a caso il mio scrittore prediletto - e Giorgio Colli (1917-1979), insigne filologo torinese. Dicevamo dunque dei consigli. Quelli, spassionati, di Hesse li trovate in "Una biblioteca della letteratura universale"; quelli di Colli, metodici, in "Per una enciclopedia di autori classici". Nei saggi del primo si parla a briglia sciolta della formazione del gusto personale, e quali autori di quali epoche è necessario, se non obbligatorio, leggere. La collezione non è così sconfinata come ci si potrebbe immaginare in un primo momento. Hesse sostiene che l’Italia abbia prodotto le cose migliori tra il XIV e il XV secolo, la Francia nel XVIII, la Germania a cavallo col XIX; e poi i testi sacri delle religioni monoteiste e le Upaniṣad, alcuni greci e latini sempiterni, il "Don Chisciotte della Mancia" (1605), i grandiosi e psicologici russi e gli inglesi di tutti i tempi, senza tralasciare le ventate d’aria nuova provenienti da Oltreoceano. Nelle prefazioni di Colli si tratta invece di capire quali autori eminentemente classici è necessario tenere in gran conto – dove per classico si intenda l’assenza di contemporaneità. Ippocrate, Stendhal, Arthur Schopenhauer, Niccolò Machiavelli, Miguel de Cervantes, David Hume, Hippolyte Taine, Leibniz, Friedrich Nietzsche, Francesco Redi e tanti altri, classici della letteratura, della religione, del pensiero scientifico vengono presentati dal Colli nel suo tipico registro tra accademia e filosofia, bon ton e romanzeria.

Hermann Hesse (1979), Una biblioteca della letteratura universale, trad. di E. Castellani & I.A. Chiusano, Adelphi, Milano, pp. 130
Giorgio Colli (1983), Per una enciclopedia di autori classici, Adelphi, Milano, pp. 166


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