mercoledì 28 gennaio 2015

"Nudi e crudi" e "La cerimonia del massaggio"


Chissà perché siamo portati a credere che in un romanzo scritto da un maschio in cui vi sia raccontato un matrimonio il protagonista debba necessariamente essere il marito. L’eccezione che conferma la regola la troviamo in "Nudi e crudi" dell’inglesissimo Alan Bennett (1934), nel quale la vera protagonista è la moglie, Mrs Rosemary Ransome. Una vita matrimoniale arida, a cominciare da Donald, figlio mai concepito; passioni al lumicino, qualche peccatuccio piccolo-borghese e un’attività sessuale praticamente inesistente. I Ransome non ricevono mai ospiti in casa, sono abitudinari e misantropi, persino nei loro rapporti intimi. La passione pubblica del marito, Mozart; quella privata, la pornografia. Rosemary trascorre invece le sue giornate nella speranza che qualcosa, chissà cosa, accada, proprio come certi anziani quando devono sbrigare mansioni che esulano leggermente dall’ordinario. Fatto sta che i due benestanti e sconfortanti coniugi (il marito Maurice è valente avvocato) si ritrovano gettati in una sorta di universo parallelo dopo il misterioso furto dell’intero mobilio di casa. L’appartamento diviene deserto, come deserta appare l’esistenza di questi due esemplari di homo oeconomicus. Il libro di Bennett, modellato col tipico registro umoristico britannico, è costruito perlopiù sulla denuncia e successiva ricerca degli arredamenti di casa Ransome ad opera dei due protagonisti che, all’occorrenza, si trasformano in qualcosa di diverso da ciò che erano. Maurice, come in un sogno da cui è impossibile svegliarsi, si impunta sul dozzinale impianto hi-fi che l’assicurazione non intende risarcirgli; Rosemary, d’altro canto, coglie l’occasione del furto per incollare un nuovo significato alla propria esistenza. Ma quale ripartenza potrà mai esserci finché il marito continuerà ad obnubilare la legittima aspirazione della moglie ad una vita diversa? Ecco, è necessario che qualcuno muoia. Meno drammatica e ancor più sarcastica la vicenda del terapista gigolò de "La cerimonia del massaggio" (2000): la scena è quella di una funzione religiosa in memoria del caro estinto, dal quale tutti, a partire dal parroco, hanno ricevuto massaggi speciali. Anche qui l'umorismo nero di Bennett trasforma qualcosa di sacro e convenzionale in qualcos'altro, che non è mera provocazione, visto che il ministro anglicano Jolliffe sembra alimentare il proprio vizietto in sagrestia anche dopo la dipartita del massaggiatore. Alan Bennett, come molti illustri colleghi e compatrioti, si serve del comico per raccontare il drammatico, senza giungere mai al tragico, quel presente assoluto fin troppo nobile per questi uggiosi personaggi.

Alan Bennett (2001), Nudi e crudi, trad. di G. Arborio Mella & C.V. Letizia, Adelphi, Milano, pp. 95
Alan Bennett (2002), La cerimonia del massaggio, trad. di G. Arborio Mella & M. Rossari, Adelphi, Milano, pp. 95


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