sabato 17 gennaio 2015

"Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale"


Nelle "Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale" (1934) Simone Weil (1909-1943) si interroga sui fattori che determinano il perdurare delle vessazioni capitalistiche sulla classe meno abbiente, e su quali siano le prospettive di annullarle. Con disarmante originalità e attraverso un’analisi oggettiva, la Weil comincia la sua dissertazione con una critica al marxismo, ideata in un periodo certamente non facile, contrassegnato da opposte ed incendiarie ideologie. L’equilibrio dei suoi modi e l’umiltà con la quale contribuisce al dibattito sul macchinismo, sul proletariato e sulla democrazia, la pongono fin da subito in uno spazio avulso, tutto suo, lontano dalle rivendicazioni marxiste dei partiti comunisti europei e, soprattutto, dal bolscevismo russo che, attraverso i piani quinquennali, stava riproponendo il primato della produttività a danno dei lavoratori. La Weil è decisamente controcorrente - più volte la troviamo in aperto contrasto con Karl Marx (1818-1883) - quando afferma che «in una società fondata sull’oppressione, non solo i deboli, ma anche i più potenti sono asserviti alle esigenze cieche della vita collettiva, e vi è impoverimento del cuore e dello spirito negli uni come negli altri, benché in modo differente». L’approccio dell’autrice è sì scientifico ma non difetta di quel buon senso e di quella bontà d’animo caratteristici degli animi sensibili; la Weil è per la pace sociale e auspica un mondo in cui capitale e lavoro operino in simbiosi, ponendo al centro del processo industriale l’essere umano, il lavoro manuale e la capacità personale di coordinamento. In uno dei passaggi più importanti dell’intero libro, il quadro teorico inerente l’edificazione di una società libera, scevra dall’utopia ma tendente alla perfezione, l’idea della Weil ruba a piene mani da Darwin e Lamarck, fino al Cartesio del motto: «L’uomo comanda alla natura obbedendole». Del resto, troviamo spunti interessantissimi nella visione della Weil sulla rivoluzione, sullo smarrimento del nostro tempo, sulle differenti strutture sociali e sulle aspirazioni moderne verso una nuova civiltà, sulla credenza in un progresso materiale illimitato. Simone Weil ha fiducia negli uomini e soprattutto ha fiducia nel tempo, l’unico protagonista in grado di dirci se e come la nostra società arriverà ad un grado soddisfacente di felicità.

Simone Weil (1983), Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale, a cura di G. Gaeta, Adelphi, Milano, pp. 158

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